Spunti di viaggio

Una storia di mare e cultura: alla scoperta della Sardegna sud occidentale

Il nostro itinerario della Sardegna sud occidentale è tutto da consultare! Lo abbiamo diviso in 4 giorni, con un programma ricco di cose da fare.

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  • 2° giorno
  • 3° giorno
  • 4° giorno
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Dalle atmosfere di Iglesias e Carbonia alla magia dei ritagli costieri delle isole di Sant’Antioco e San Pietro, dal Sulcis alle fortezze settecentesche che sorvegliano la costa. Luoghi da vivere con un bicchiere di Carignano per brindare alle bellezze della Sardegna sud occidentale.

Itinerario per Sardegna sud occidentale: il percorso in breve

L’itinerario parte dalla vivace cittadina di Iglesias e dalle spiagge di Nèbida e Masùa per attraversare il Sulcis, la città di Carbonia e le isole di San Pietro e Sant’Antioco, luoghi meno conosciuti delle classiche mete turistiche ma intensi per la natura selvaggia e i paesaggi marini spettacolari.     

Itinerario per Sardegna sud occidentale: è ideale per…

Lunghe giornate al mare interrotte da esplorazioni insolite e interessanti tra i recenti siti di archeologia industriale o quelli antichissimi dei villaggi nuragici, per una vacanza che diverte, rilassa e arricchisce e mette d’accordo amanti della cultura e del relax.

Itinerario per Sardegna sud occidentale: dove dormire

Non ti rimane che consultare uno dei nostri agriturismi della Sardegna!

Itinerario per Sardegna sud occidentale: 1° giorno, da Iglesias all’insenatura di Porto Flavia   

Ai piedi del monte Marganai, Iglesias è città che si visita a piedi. Le distanze piuttosto contenute e la particolare rete di strade del centro storico invita alla scoperta lenta. Le sue origini medievali sono legate alla città di Pisa poiché il territorio è stato a lungo dominio delle famiglie pisane. Dell’edilizia di quel periodo restano alcune chiese e poche strutture militari; l’allargamento e la ristrutturazione dell’impianto cittadino è avvenuto nel periodo ottocentesco.   

Due colli la spalleggiano offrendo punti panoramici d’eccezione sulla città. Iglesias è “guardata” dalla chiesetta di Nostra Signora di Buon Cammino su una delle due alture, mentre su quella opposta, il colle Altai, è protetta dalle rovine del castello di Salvaterra che risale al 1200, raggiungibile da una scalinata panoramica oppure dal centro storico lungo via Ghibellina.

Il Duomo, nel cuore del borgo, è dedicato a Santa Chiara, costruzione discreta con una facciata romano-gotica e un campanile composto da mattoncini di diverso colore che gli donano un aspetto particolare, quasi fosse un mosaico a tre dimensioni; in cima conserva la campana risalente al 1337 dello scultore e architetto Andrea Pisano. Nella stessa piazza si trovano il Municipio e il Palazzo Vescovile, collegato al Duomo da una galleria visibile su via Vescovo Rolfi.

Nello spiazzo tra via Don Minzoni e via San Marcello,fermatevi alla chiesetta di San Francesco. Semplice ed essenziale, ha una facciata in pietra di trachite rosa e una sola navata con sette campate in legno. Proseguendo su via Roma, attorno al nucleo del centro storico e poi su via Campidano, dove la città confina con il colle, camminate lungo le mura aragonesi delle quali sono ben conservate alcune torri e le cortine merlate.

Dopo un giro della città, una pausa è d’obbligo in piazza Oberdan, nella città nuova, punto di incontro e passeggio, oppure nell’adiacente piazza Quintino Sella. Chiedete un caffè oppure un mirto sardo serviti con un incarto colorato che contiene i tipici gueffus, dolci di mandorle e zucchero. Siamo certi che non ve ne pentirete!

Se avete ancora energie, nei pressi trovate la chiesa della Madonna di Valverde e il museo di Mineralogia e Paleontologia, una raccolta con oltre 8000 minerali, fossili e reperti archeologici; nello stesso stabile c’è anche il Museo dell’arte Mineraria con gli strumenti e le testimonianze del lavoro della zona del Sulcis, le macchine originali e la ricostruzione di un tratto di galleria mineraria.

Per visitare le miniere che per lungo tempo hanno dato sviluppo a queste zone, si attraversa il complesso industriale di Monteponi in una zona collinare di grande rilevanza ambientale e naturalistica e si continua in direzione della costa fino al complesso di San Giovanni e a quello di Nèbida e Masùa, quasi a ridosso del litorale. La strada tortuosa costeggia i costoni rossastri o di pietra bianca e calcarea, ripidi e frastagliati, coperti di vegetazione che offrono scorci meravigliosi verso le baie e il mare.

Il golfo che si apre lungo la costa di Masùa è quanto di più selvaggio e incantevole si possa immaginare. La roccia dalle tonalità violacee contrasta con il bianco del faraglione immerso nell’azzurro del mare. È Pan di Zucchero, una grossa roccia alta 132 metri che si può ammirare anche dall’insenatura di Porto Flavia, antico porto minerario. Se vi piace l’emozione della scoperta potete potrete camminare all’interno della montagna, attraverso la miniera che si affaccia all’improvviso dallo scoglio sul mare.

Itinerario per Sardegna sud occidentale: 2° giorno, i siti archeologici del Sulcis e Carbonia

Ripartiti dalle spiagge di Gonnesa, Fontanamare e Porto Paglia, una breve deviazione dalla statale 126 conduce al complesso nuragico di Seruci, i resti di un villaggio che si estende su cinque ettari, tra i più grandi della Sardegna. Il complesso è costituito da un imponente nuraghe del II millennio a.C., da un mastio con cinque torri e da un villaggio con più di cento capanne e tre tombe di giganti.

Verso sud si attraversa il territorio di Portoscuso piccolo centro sorto come località di pescatori. Accanto alla torre spagnola esiste ancora la tonnara Su Pranu che sardi, ponzesi e siciliani nel corso dei secoli costruirono mescolando arti e tecniche artigiane. Il porto turistico è uno dei meglio attrezzati, e da qui partono i traghetti per l’isola di San Pietro. La costa che si snoda in piccole baie e insenature riserva spiagge molto belle, come Porto Paglietto.

Prima di arrivare a Carbonia la strada ci porta nell’abitato di Sirai per respirare un po’ di storia. Con una deviazione si sale alla fortezza di Monte Sirai, un sito archeologico piuttosto esteso che risale al tempo dei Fenici, poi ricostruito dai Cartaginesi. L’Acropoli, che coincideva con l’area dell’abitato, le particolari deposizioni della necropoli e l’area sacra del Tofet raccontano un territorio importante per storia, struttura e posizione; in più potrete godere di un ampio panorama su tutto il golfo di Palmas.

A pochi chilometri sorge Carbonia, città costruita in soli due anni, nata ufficialmente nel 1938 per dare alloggio ai lavoratori delle miniere carbonifere dei Sirai-Serbariu. Le strade sono ampie e a reticolo, la chiesa principale è dedicata a San Ponziano e Villa Sulcis, anticamente abitazione del direttore della miniera che ospita oggi il Museo Archeologico.

Nella parte settentrionale del golfo di Palmas, nell’ultimo lembo di terra che collega la costa sulcitana con l’isola di Sant’Antioco, si sviluppano la laguna di Santa Caterina e le saline di Sant’Antioco, area umida formatasi dallo stagnare delle acque dopo la costruzione dell’istmo nel 1939. Più a sud gli stagni di Porto Botte, del Baiocco e poi di Porto Pino sono l’habitat di grandi stormi di cormorani e gabbiani, aironi cenerini e folaghe.

Itinerario per Sardegna sud occidentale: 3° giorno. l’isola di San Pietro e il faro più a ovest d’Italia

Per imbarcarsi sui traghetti diretti a Carloforte, sull’isola di San Pietro, si parte da Portovesme o Portoscuso. In circa 45 minuti si giunge sull’isola che prende il nome dalla leggenda che vuole San Pietro ospite sull’isola a causa di una tempesta durante uno dei suoi viaggi. L’isola, di una bellezza pura e selvaggia, ha un litorale roccioso a strapiombo sul mare con le pinete e la macchia mediterranea che inondano l’interno. Solo sul tratto orientale si sviluppano spiagge sabbiose e piccole baie, sullo stesso versante su cui sorge l’unica cittadina dell’isola, Carloforte. Case piccole dai colori pastello sono contornate da resti di mura settecentesche che definivano il perimetro della città.

 

Un post condiviso da @andre.lux in data: Mar 28, 2018 at 9:12 PDT

Uscendo dalla cittadina verso sud si costeggia la torre di San Vittorio, dalla cui cima si gode di un’ottima vista fino a scorgere le torri costiere di Portoscuso, Cala Domestica e Calasetta, della vicina isola di Sant’Antioco. Da qui si giunge in poco tempo a Punta Nera, il promontorio che divide in due parti la spiaggia bianca. Lasciata la macchina si arriva a piedi fino all’arenile e al mare limpidissimo, da dove si affaccia una grotta dell’età del Bronzo.     

L’esplorazione dell’isola è tutta per mare: la punta più estrema a sud è un tratto di costa che alterna insenature di sabbia a scogli bassi, tra cui sorge Punta delle Colonne, dove due scogli dalla forma appuntita emergono dal mare per dieci metri. Proseguendo verso ovest si incontrano la spiaggia di Geniò con sabbia a grani grossi,  Cala dello Spalmatore, e Capo Sandalo, il punto in cui si trova il faro più a occidente d’Italia.

Nell’interno andate a vedere Cala Vinagra, uno specchio d’acqua contornato da verde e pinete nella zona umida a nord dell’isola, il golfo di Becco con gli impianti della zona mineraria ormai in disuso e le saline di Carloforte in cui ammirare la spettacolare colonia di fenicotteri rosa. Vi aspetta “solo” una tavola imbandita con pietanze a base di tonno, culingionis, ravioli conditi con ragù di selvaggina, formaggi di capra e amaretti, per una scorpacciata di sapori forti e genuini.

Itinerario per Sardegna sud occidentale: 4° giorno, le spiagge di San’Antioco

Per raggiungere l’isola di San’Antioco si attraversa l’istmo artificiale che collega l’isola alla Sardegna, oppure, dall’isola di San Pietro, con le linee di traghetti che partono da Carloforte. Sant’Antioco e Calasetta sono gli unici due comuni dell’isola che si estende per circa 100 chilometri quadrati.

Prima di percorrere la strada che ne compie quasi per intero il periplo, alla scoperta delle spiagge più interessanti, vale la pena fermarsi a Sant’Antioco per visitare il paese sviluppatosi attorno al colle del Castello, una delle più antiche colonie fondate dai Fenici in Sardegna. Accanto alla Fortezza è possibile visitare l’Antiquarium dove sono raccolti reperti e materiali archeologici; poco più avanti la necropoli punica e l’area sacra del Tofet. In uno dei punti più alti della cittadina si trova la chiesa dedicata a Sant’Antioco, costruita attorno al 1102 su una basilica paleocristiana a croce greca.

Sulla punta più a settentrione dell’isola si trova invece Calasetta, borgo di pescatori costruito attorno alla fine del Settecento dalle famiglie di origine ligure che provenivano da Tunisi. Le strade formano reticoli regolari e le case sono basse e in armonia con l’ambiente circostante, con campi coltivati a vigneti e zone di verde mediterraneo.

L’acqua che bagna l’isola è limpida e cristallina, si infrange principalmente su costoni alti e frastagliati ad eccezione del versante orientale che custodisce spiaggette e baie con tratti di sabbia. Partendo da Calasetta si susseguono spiagge particolarmente suggestive come Sottotorre, che come indica il nome è raggiungibile facilmente dalla torre settecentesca del paese, Le Saline e Spiaggia Grande.

Le grandi rocce rosee fanno di Nido dei Passeri la località più attraente, con una scogliera che finisce a strapiombo a circa 20 metri di altezza, raggiungibile da una strada non asfaltata. Proseguendo verso sud vi stupirete davanti a spettacoli naturali come quello di Cala della Signora, scogliera che si tuffa nell’acqua vicino a una grotta - più facile da raggiungere a nuoto che a piedi -, di Cala Sapone, con la sua distesa di ciottoli e la zona rocciosa, o Portu Sciusciau, un’insenatura con un grande arco naturale, nei pressi del villaggio nuragico Grutti Acqua, ancora più bella se osservata dal mare.

Sul versante orientale la spiaggia sabbiosa di Turri guarda gli isolotti di Vacca e Vitello, punti ideali per le immersioni e, più lontano, lo scoglio di Toro. Fondali bassi e cristallini per le spiagge di Maladroxia e Portixeddu, ritagli di sabbia tra spuntoni rocciosi. Giungete in riva al mare per un gustare, al fresco delle pinete, un bicchiere di Carignano del Sulcis, e un piatto di malloreddus, i gnocchetti di semola conditi con sugo e salsicce.

Informazioni

www.sardegnaturismo.it

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