Spunti di viaggio

Cosa mangiare nella Tuscia laziale

La cucina tradizionale della Tuscia laziale è decisamente ricca: andiamo a scoprire i piatti tradizionali e i prodotti tipici di questa zona del centro Italia.

Quella di Viterbo è una provincia dal retaggio etrusco, che offre una natura a tratti impervia e una produzione agroalimentare di alto livello. Ad accogliere il visitatore che arrivi dal Sud, alla sommità dei merli di Porta Romana, si erge la statua di Santa Rosa, la santa adolescente vissuta a cavallo del Duecento: adorata come patrona dai viterbesi, è protagonista dalla celebre festa cittadina in cui 100 facchini trasportano lungo le vie del centro una “macchina” a lei dedicata.

Percorrendo i territori della Tuscia, con paesaggi sinceri stretti tra pianure e alture, coccolati dal fruscio del grano e circondati da chiese, castelli e boschi vergini, si scoprono tradizioni culinarie ancora intatte, trasmesse nel tempo attraverso una sorta di rituale della memoria. Bagnoregio, Caprarola, Bolsena con il suo lago (senza dimenticare quello di Vico), Ronciglione e il suo Carnevale, Tarquinia e il suo lungomare suggestivo: sono solo alcuni dei luoghi dove trascorrere una giornata all'insegna del relax, ritrovando sapori autentici e inconfondibili.

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I piatti tipici

Una cucina semplice e senza fronzoli: i piatti popolari sono diversi, perlopiù derivati dalla cucina romanesca in chiave rurale. Fra le specialità tipiche, l'acquacotta, il brodo di tinca con i tagliolini, gli gnocchi di patate, il fieno di canepina e la minestra col battuto. Tanti animali da cortile come secondo, pollo e coniglio in primis, ma anche pesce di lago come il persico o il coregone.

Cosa assaggiare

Fieno di Canepina

Una pasta talmente fina da sciogliersi in bocca, il fieno di Canepina, dei tagliolini sottilissimi tipicamente conditi con rigaglie di pollo o sughi di carne. Si distingue per la procedura di cottura che prevede una doppia scolatura: realizzata con farina e uova, la pasta viene cotta e scolata quando è ancora molto al dente, per essere poi immersa in acqua fredda e sale, e scolata di nuovo. Infine, viene asciugata con un canovaccio e tagliata con un coltello a lama molto alta.

Nocciola

Uno dei luoghi con maggiore produzione di nocciole, che conta circa il 40% del totale nazionale. Tre varietà principali: tonda gentile, nocchione e tonda di giffoni.

Aglio rosso di Proceno

Coltivato tra Proceno e Acquapendente, si caratterizza per il bulbo di medie dimensioni, con bulbilli corti e tozzi e la pellicola esterna rossa. Il sapore è forte e piccantino e il profumo piuttosto intenso e persistente.

Castagna dei Monti Cimini

Frutto di forma globosa con polpa dolce e saporita, coltivato fin dall'antichità.

Coregone

Si chiama lavarello ma è conosciuto con il nome di coregone: si tratta di un pesce d'acqua dolce ed è tipico del Lago di Bolsena.

Farro

Tanti legumi e cereali nel territorio della Tuscia. Fra questi, il farro, alimento ricco di proteine e sali minerali. È conosciuto anche con il nome di farro del Pungolo.

Patata dell'Alto Viterbese

Varietà coltivata a nord del Lago di Bolsena, dalla forma ovale e allungata. La buccia è di colore bianco-giallo e piuttosto liscia, mentre la polpa è molto compatta.

Olio extravergine di oliva

Una delle zone qualitativamente migliori per l'olio extravergine di oliva. Le varietà principali sono la caninese, dai sentori vegetali, amara e piccante, e la rosciola, con note aromatiche più erbacee.

© Gambero Rosso

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