Spunti di viaggio

Cosa mangiare sull'Appennino abruzzese: la cucina dell'entroterra

Di cosa si compone la cucina dell'entroterra abruzzese? Scoprilo subito!

Destinazione turistica per gli amanti dello sci e dello sport all'aria aperta in inverno, meta d'elezione per gli appassionati di trekking e lunghe passeggiate fra i boschi in estate, l'Appennino che percorre l'intera regione è in grado di regalare panorami unici con la sua natura selvaggia fatta di foreste rigogliose e sprazzi di verde incastonati fra i rilievi.

A sorvegliare gli altri monti dall'alto, il Gran Sasso, seguito poi dai Monti della Laga, i Sibillini, il Velino-Sirente, la Majella, Catria e il Nerone. Dalla Marsica al Parco Nazionale della Majella, il territorio qui sfodera la sua natura più incontaminata, da cui prendono vita alcuni dei prodotti più prelibati, e che dà origine a una cucina di terra dai sapori intensi e decisi, con la carne in testa a trainare l'intera scena gastronomica locale.

 

I piatti tipici

Arrosticini e pecora alla callara a parte, qui si mangia il castrato con le patate, l'agnello con i peperoni e anche il coniglio con le lumache. A proposito di lumache: cotte in bianco, vanno a condire anche la pasta fatta in casa, in particolare gli spaghetti alla chitarra tirati non troppo sottilmente, come impone la tradizione locale. Fave con guanciale, sformati di spinaci e carciofi arrostiti compongono l'assortito mondo dei contorni, mentre fra i primi spicca la polenta all'abruzzese, con pancetta, salsiccia e cipolla. Dulcis in fundo, gli amaretti marsicani, i pepatelli e gli spumini.

 

Cosa assaggiare sull'Appennino abruzzese


Caciotta dei Monti della Laga

Un formaggio misto di latte ovino e caprino, a pasta molle e dalla forma cilindrica.

La biscotteria secca

Dal sapore rustico e casalingo e la forma irregolare, i biscotti dell'entroterra abruzzese si compongono di pochi ma gustosi ingredienti. In provincia di Teramo, protagonisti sono i pepatelli, con farina di tritello - uno dei sottoprodotti della macinazione del grano -  miele, scorza d'arancia e pepe, mentre nelle zone che circondano la Valle Peligna, dalla necessità di riciclare le mandorle spezzate non adatte alla produzione di confetti, è nata la ricetta delle mandorle atterrate, dolcetti croccanti realizzati con frammenti di mandorle tostate, zucchero, acqua, cacao, scorza di limone e cannella. Ancora più semplici, gli spumini, a base di albumi, mandorle tostate e zucchero, e poi i biscotti della tresca, termine dialettale che significa trebbiatura, preparati nella fase finale del raccolto con farina, uova, zucchero, latte, olio extravergine di oliva, lievito, scorza di limone e cannella. Presenti in ogni zona e in molte regioni dell'Italia Centrale, gli amaretti e le ciambelline al vino, che in Abruzzo si distinguono per l'utilizzo della solina e del Montepulciano.

Maccheroni alla pecorara

Dei cordoncini sottili e chiusi ad anello, a base di acqua, farina e uova: sono i maccheroni alla pecorara, storica ricetta abruzzese che prevede uno dei condimenti più golosi, un mix di pancetta, cacio e uova, nato in principio dalla fantasia dei carbonai, che rimanevano lunghi periodi sulle montagne per preparare il carbone, e che dovevano alimentarsi con piatti sostanziosi e nutrienti.

Pecorino di Farindola

Unico nel suo genere, il pecorino di Farindola è caratterizzato dall'insolito utilizzo di caglio di suino, che conferisce al formaggio aromi e sapori intensi.

Farro alvese rosso

Varietà autoctona dei Monti della Laga, in grado di crescere a olter 800 metri di altezza e di resistere alle temperature più basse.

Scrucchiata d'uva

Scrucchiata perché schiacciata con le dita: la confettura di uva di Montepulciano è la più popolare fra le composte locali, utilizzata come ripieno di dolcetti tipici a forma di mezzaluna.

Mela della Valle del Giovenco

Varietà di mela autoctona molto diffusa in tutta la zona di Ortona nei Marsi e dintorni. In passato, i contadini erano soliti utilizzare il frutto per preparare l'acquata, un vino leggero ricavato dalla torchiatura di mele e dalla seconda torchiatura dei raspi d'uva. 

Agnello

Quella pastorale è una tradizione che affonda le radici in tempi antichi e che ha profondamente segnato epoche passate e presenti della storia abruzzese. Fra i principali animali che caratterizzano l'allevamento della regione, l'agnello, allo stato brado o semi brado, nutrito con latte materno fino allo svezzamento, e poi con erbe spontanee, leguminose e graminacee dei pascoli.

Mosto cotto

Succo filtrato ottenuto dalla pigiatura dell'uva molto matura e zuccherina, cotto poi in paioli di rame, con cui si preparano biscotti e dolci tipici.

I liquori

Il più famoso è la genziana, fiore tipico degli Appennini che conferisce al distillato forti proprietà digestive, ma c'è anche centerbe, e poi la ratafìa, a base di amarene e Montepulciano d'Abruzzo.

 

©Gambero Rosso

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