Spunti di viaggio

Prodotti tipici piemontesi: gustare le specialità e i sapori locali

Che cosa gustare di tradizionale in giro per la regione? Scopri tutte le specialità del Piemonte.

I piatti tipici

Per scoprire il Piemonte a tavola, si comincia dai primi piatti, agnolotti e tajarin in primis, ma ci sono anche la bagna cauda e gli gnocchi di zucca, senza dimenticare quelli di patate conditi con Castelmagno fuso. Via libera poi a risotti di ogni genere, e secondi piatti di carne: vitello tonnato, brasato al barolo, stufato d'asino e lingua bollita con salsa verde. Sul fronte dolce c'è l'imbarazzo della scelta, con biscotti golosi e torte ricche di burro, come le paste di Meliga o i krumiri, ideali per accompagnare una buona tazza di tè fumante nelle giornate più fredde, senza tralasciare bonèt e il gianduiotto.

Krumiri di Casale Monferrato

Un biscotto che nasce subito dopo l’unificazione italiana, per la precisione nel 1870, quando il pasticcere Domenico Rossi decise di sperimentare un prodotto nuovo. Ma la data “ufficiale” della nascita dei krumiri coincide con la morte del primo Re d’Italia, Vittorio Emanuele II, nel 1878: si narra che la forma di questo biscotto derivi proprio da quella dei baffi reali. La ricetta originale prevede farina di grano tenero 0 oppure 1, burro, zucchero, tuorli d’uovo e vaniglia.

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Baci di dama

Una delle eccellenze più note della pasticceria piemontese, preparati con farina, nocciole, zucchero, cioccolato fondente e burro. Le varianti di questa ricetta sono tante: la più nota è quella di Alassio, brevettata nel 1919 da Pasquale Balzola, che agli ingredienti classici aggiunge cacao e miele.

Amaretti piemontesi

Dolcetti a base di mandorle dolci e/o amare, albume d’uovo e zucchero, a volte con l’aggiunta delle armelline, i noccioli di albicocca che donano una nota di amaro più netta. Si trovano in tutta Italia, ma sono particolarmente legati al territorio piemontese.

Lingue di gatto

Nati in nella Parigi degli anni '20, arrivano in Italia grazie ai legami di Casa Savoia con le famiglie nobiliari francesi. Sono fatti con farina, burro di panna ammorbidito, albumi e zucchero, e a differenza delle lingue di gatto parigine, in quelle piemontesi non si usa il cioccolato.

Paste di Meliga

Oltre alla farina di frumento e alla farina di mais, la ricetta prevede burro, zucchero, miele, uova e scorza di limone. La macinatura molto fine regala a questo prodotto una friabilità intensa e un gusto molto definito. Sono dolci tipici della zona del Cuneese, in particolare del Monregalese, ma sono diffusi anche in provincia di Biella e in altre zone del torinese come la Val di Susa, la Val Cenischia e la Val Chisone.

Agnolotti

Detti anche agnulot, gli agnolotti sono fra le paste piemontesi più conosciute in tutto lo Stivale, e non solo. Devono la loro nascita ai cuochi liguri, che li preparavano – di dimensione leggermente più piccola – con un ripieno a base di erbe aromatiche. In Piemonte, invece, farce e condimenti variano a seconda della zona: nel novarese si utilizza la borragine, nell'alessandrino vengono insaporiti con la Barbera, a Marengo si farciscono con cervella e animelle, mentre a Monferrato si opta per la carne d'asino.

Gnocchi di zucca

Prima delle patate, erano le zucche a dominare i ripieni delle paste fresche, perfette per consistenza e capacità di conservazione. In Piemonte, la zucca divenne parte dell'impasto, insieme a uova e farina, un mix di ingredienti che dà vita a gnocchetti morbidi molto popolari anche in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Valle d'Aosta.

Tajarin

Sottili tagliolini lunghi caratterizzati da un colore giallo acceso dovuto alla presenza abbondante di tuorli d'uova. Diffusi soprattutto nel territorio delle Langhe, solitamente si preparano seguendo la proporzione di 20 tuorli per 1 chilogrammo di farina. Le dosi, comunque, variano di famiglia in famiglia.

Vermut

Dal tedesco wermut, ovvero “assenzio”, il vermut – vino liquoroso aromatizzato – fu reso celebre da Antonio Benedetto Carpano, primo italiano che riuscì a replicare la ricetta nella sua bottega nel 1786.

Castelmagno

Formaggio erborinato a pasta semidura, prodotto con latte vaccino e, alle volte, addizionato con latte caprino o ovino. Viene consumato come formaggio da tavola oppure in abbinamento agli gnocchi di patate o nel risotto.

Salame d'asino

Insaccato preparato con una parte magra di carne d'asino e una parte grassa – lardelli e pancetta – di carne di maiale. Viene aromatizzato con sale, aromi e spezie, insaccato e poi lasciato stagionare per circa quindici giorni.

Salsiccia di bra

Un tempo preparata con solo carne bovina, oggi la salsiccia di Bra è prodotta con carni magre di bovino e pancetta di suino. Può essere consumata sia cotta che cruda.

Toma

Il formaggio più rappresentativo della regione, a base di latte di vacca e stagionato dai 20 ai 45 giorni a seconda del formato. Trova impiego in tantissime preparazioni locali, anche se il modo migliore per degustarlo è assaporarlo in purezza.

Cipolline di Ivrea

Piccole cipolline tonde, dolci e saporite, dalla buccia color arancio.

Grano saraceno

Cereale dall'alto valore proteico, non molto produttivo e spesso per questo accantonato in favore di altri prodotti. La farina che si ottiene dalla sua macinazione si caratterizza per il colore grigio scuro, e viene impiegata nella preparazione di paste fresche, biscotti e torte.

 

©Gambero Rosso 

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