Spunti di viaggio

Cosa mangiare a Roma: piatti e prodotti della tradizione

Carbonara, abbacchio, trippa...Quanto è buona la cucina romana! Oggi andiamo a scoprire tutte le prelibatezze da assaggiare nella Capitale!

Non esiste un modo univoco per descrivere Roma e la sua cultura, Roma caput mundi, Città Eterna, la Capitale: una città dal fascino intramontabile, la bellezza senza tempo, dove i ruderi e i resti di una civiltà antica si coniugano in perfetta armonia ai ritmi frenetici di una grande metropoli. Ci sono locali di tendenza, bistrot moderni e dallo stile contemporaneo, ristoranti di design, alta cucina e formule innovative pensate per accontentare ogni esigenza, spazi polifunzionali aperti a ogni ora del giorno, dalla colazione al dopocena.

Fra cocktail bar d'avanguardia e insegne di nicchia, restano ancora ben saldi gli indirizzi storici, quelli di una volta, le trattorie rimaste immutate nel tempo, che ancora oggi propongono piatti tipici della tradizione, accompagnati da un servizio cordiale e informale, in pieno spirito romano. Insomma, a Roma ce ne è per tutti i gusti: passeggiando per le vie del centro, è possibile fermarsi a gustare gelati artigianali, creazioni dolci realizzate da grandi maestri pasticceri, ma anche panini con la porchetta abbinati al vino dei Castelli Romani, tanta pizza a taglio e pasta a volontà. Meritano una visita, poi, tutti i borghi e comuni attorno alla città: da Tivoli ad Anzio, da Velletri a Zagarolo, passando per Artena, Lanuvio e Albano.

I piatti tipici

Oltre ai grandi classici – carbonara, amatriciana, cacio e pepe e gricia – ci sono i tanti piatti a base di interiora, dalla trippa alla coda alla vaccinara, e poi le polpette al sugo, la coratella con i carciofi, l'abbacchio e le animelle. Non manca il pesce: imperdibile un assaggio del filetto di baccalà fritto, uno dei cibi da strada per eccellenza. E ancora straccetti di carne, pollo con i peperoni, penne all'arrabbiata, stracciatella, spaghetti alla carrettiera, fagioli con le cotiche. Quando è bel tempo, via libera a pomodori con riso e panzanella, vignarola e misticanza. Si finisce con bignè di San Giuseppe e torta di ricotta e visciole.

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Cosa assaggiare

Pecorino romano

Nonostante il nome possa far pensare il contrario, il pecorino romano non è fatto con latte locale: quasi tutta la produzione avviene in Sardegna. Stiamo parlando di un formaggio italiano celebre in tutto il mondo, protetto da una Dop e realizzato tra Sardegna, Lazio e la provincia di Grosseto.

Carciofo romanesco

Carciofo senza spine e privo di peluria interna, con i capolini dalla forma sferica e compatta con caratteristico foro all’apice. Il peduncolo è medio-lungo e il sapore intenso e dolce.

Puntarelle

Germogli di una varietà di cicoria catalogna: all'interno del cespo di foglie si trovano i talli, delle cimette simili agli asparagi bianchi, da cui si ricavano le puntarelle, dal gusto amarognolo, tenere e croccanti, solitamente consumate crude con una salsa di olio, aglio e alici.

Bucatini

Spaghetto dal diametro più ampio e forato al centro, un prodotto antico un tempo ottenuto facendo arrotolare un pezzetto di impasto su un ferretto, un giunco oppure un bastoncino levigato.

Capelli d'angelo

Dei tagliolini molto fini diffusi un po’ ovunque, ma in particolar modo in Liguria e nel Lazio, descritti già nei testi del XVII secolo, e nati all’interno dei monasteri medioevali, dove le monache erano solite prepararli per gli ammalati o le puerpere. Vengono usati per brodi e minestre.

Quadrucci

Quadratini di pasta all'uovo ormai diffusi in tutta Italia, nati per non sprecare la sfoglia avanzata dopo la preparazione delle fettuccine nei giorni di festa.

Sagne 'mpezze

Tipiche di Subiaco, sono dei maltagliati a forma di rombo, a base di uova e farina di grano duro, talvolta presenti anche nella variante con il farro. Si usano spesso per le minestre dei legumi.

Cappelletti

Presenti a Roma fin dagli inizi del Novecento, quando donne e bambini si riunivano insieme il giorno della Vigilia di Natale per preparare il pranzo del 25 dicembre, i cappelletti sono da sempre simbolo di festa. Il nome deriva dalla forma del tipico cappello medioevale: è infatti proprio in questo periodo che cominciano a diffondersi le paste ripiene, specialmente in Romagna (con la variante locale leggermente diversa), prima dell’inizio del digiuno quaresimale.

Cazzaregli

Nel comune di Anticoli Corrado sono i cazzaregli a fare la parte del leone, interpretazione locale dei più noti strozzapreti, antica pasta corta caratteristica dell’Italia Centrale citata più volte nella letteratura romanesca.

Pinsa romana

Antenata dell’attuale pizza, dalla forma allungata e ovale, realizzata con farina di frumento, soia e riso. Una pasta pasta leggera e facilmente digeribile, condita in vari modi.

Pizza a taglio

Inventata alla fine degli anni '50 dai pizzaioli più innovativi, in cerca di un guadagno maggiore e di un modo intelligente per recuperare gli impasti avanzati, la pizza a taglia è oggi uno dei simboli della città. In passato, era piuttosto croccante, sottile, ricca di condimento, ma oggi sono tante le declinazioni di questo prodotto, dai tempi di lievitazione alla tipologia di farine scelte. 

© Gambero Rosso

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