Spunti di viaggio

Cosa mangiare in Valle d'Aosta: i sapori tipici del territorio

I piatti più tipici e tradizionali da mangiare in Valle d'Aosta, tra piste da sci e piatti corroboranti.

Meta di turismo d'élite, polo sciistico d'eccezione, località incantevole adagiata su una conca a oltre mille metri sul livello del mare: Courmayeur, ultimo comune prima di prendere il traforo che collega l'Italia alla Francia, non ha bisogno di molte presentazioni.

La cittadina alpina ai piedi del Monte Bianco si è guadagnata negli anni la fama di destinazione imperdibile per tutti gli amanti dello sci d'alta quota e non solo. Qui, infatti, è possibile godere delle bellezze di un centro storico elegante e raffinato, soggiornando in alberghi di lusso e sostando in ristoranti e baite tradizionali dove è possibile gustare tutto il meglio della Valdigne, dai funghi alla celebre fontina valdostana.

Non solo Courmayeur, però: l'intera Valle d'Aosta è un vero paradiso per viaggiatori da tutto il mondo, grazie ai suoi paesaggi mozzafiato e la sua identità complessa. Crocevia di diversi popoli, la regione più piccola d'Italia si distacca nettamente dalla tradizione più mediterranea del resto dello Stivale, presentando affinità con le aree limitrofe come la Savoia o il Canton Vallese.

La cucina, dunque, si basa su cereali di montagna, prodotti caseari, metodi di lavorazione antichi e formaggi prelibati.

 

I piatti tipici

Tra i primi piatti spiccano le chnéfflene, bottoncini di pastella cotti in acqua bollente e conditi con fonduta, panna e speck, insieme agli chnolle, gnocchetti di farina di mais, da mangiare in un brodo di carne di maiale caldo. Immancabile, poi, la polenta, senza dimenticare il risotto con la fontina o le castagne.

In un territorio così fortemente dominato dal clima rigido, poi, sono le zuppe a farla da padrone: dalla pèila, a base di farina di segale e frumento, pane, fontina e burro, alla seupetta à la valpelleunèntse, la zuppa della Valpelline con pane nero, cavoli e fontina.

Presenti anche la soça, zuppa di fagioli con cipolla, patate, lardo affumicato e saouceusses (salsicce) rosolate, e poi la minestra di porri, la puarò.
La Valdigne è il regno della tartiflette, ricetta della Savoia con formaggio reblochon, patate, cipolle e pancetta. Fra i secondi, troviamo il bouilli à la saumure, un bollito di carne salata, la carbonade, antico piatto tipico delle Alpi occidentali fatto con carne bovina salata per 12 giorni e cotta con aglio e lardo affumicato sotto sale, e ancora il civet di selvaggina, la cotoletta di vitello alla valdostana e l'omelette alle ortiche. Spazio anche ai dolci, con il creinchein, le tegole e le frittelle di mele.

Cosa assaggiare

I formaggi
Terra di fontina, prodotto a marchio Dop insieme al fromadzo, formaggio vaccino a pasta semidura dalla lunga tradizione, la regione presenta una serie nutrita di latticini golosi. Prodotti come il réblec de crama, il salignon, il séràs e la toma di Gressoney, senza dimenticare la brossa, derivato dal siero residuo della lavorazione dei formaggi con l'aggiunta di aceto e acido citrico.

 

I salumi
Eccellente anche il comparto salumi, dal boudeun (o boudinin francese), insaccato appartenente alla famiglia dei sanguinacci, alla motsetta, carne essiccata e aromatizzata, solitamente di bovino o di camoscio. Ci sono poi il prosciutto alla brace di Saint-Oyen, le saouceusse, le tipiche salsicce valdostane, il lard d'Arnad, lardo di maiale, e il teteun, salume realizzato a partire dalle mammelle bovine salmistrate.

 

Tegole
La storia delle tegole valdostane si lega a quella della famiglia Boch, pasticceri da generazioni che, ispirati da un viaggio in Normandia, le inventarono negli anni '30. Il nome deriva dalla forma ondulata che questi biscotti assumevano quando venivano messe ad asciugare dopo la cottura, ma oggi le tegole in commercio sono nella gran parte dei casi piatte. Si preparano con farina 00, zucchero, mandorle bianche, nocciole, burro e albumi d'uovo.


Pane nero

Diffusa soprattutto nelle zone di montagna, la segale necessita di una temperatura inferiore a quella del frumento per crescere e svilupparsi. Proprio per la diffusa presenza di questa farina nella regione nasce la ricetta del pane nero, dal sapore deciso e lievemente acidulo, con mollica compatta e crosta dura e sottile.

Focaccia valdostana
Una schiacciata a base di pasta lievitata, ripiena di fontina valdostana, prosciutto crudo e olio extravergine di oliva. Le origini della ricetta sono remote e sconosciute, ma si tratta di una specialità che si tramanda da secoli nelle famiglie valdostane, che hanno apportato nel tempo le dovute modifiche a seconda delle esigenze e degli ingredienti a disposizione in dispensa.

 

Crêpes alla valdostana
Farcite con fontina e prosciutto cotto e ricoperte di besciamella, le crêpes alla valdostana vengono gratinate in forno e servite calde, croccanti all'esterno e soffici e cremose all'interno. Una ricetta presa in prestito dalla tradizione francese, che può essere rivisitata in chiave dolce o salata. In Valle d'Aosta, le cialde sottili vengono dapprima cotte su una piastra rovente, per essere poi passate in forno per conferire una consistenza e un gusto più deciso al prodotto.

Ciambelline d’Aosta
La produzione di granoturco, così come quella di segale, è fondamentale per tutto il territorio regionale, dove le condizioni climatiche rendono proibitiva la coltivazione di grano. Le ciambelline sono biscotti molto semplici da realizzare, diffusi nell’area intorno al capoluogo. Si preparano amalgamando la farina di mais con una piccola parte di farina bianca, insieme a zucchero, burro, uova e scorza di limone. Vengono consumate a fine pasto, di solito accompagnate da un buon vino dolce o dei distillati.

Torcetti di Saint-Vincent
Un tipo di biscotti che non presenta zucchero nell’impasto, ma solo nella copertura: la leggenda narra che questo frollino a base di farina, acqua, burro e lievito fosse molto apprezzato da Margherita e Umberto I di Savoia, regina e re d’Italia dal 1878 al 1900, anche se non è chiaro se questa storia faccia riferimento ai torcetti valdostani o a quelli piemontesi.

I distillati
Tipico digestivo di fine pasto, la grappa è un'acquavite di vinaccia, uno dei più famosi distillati d'Italia. Le erbe alpine del territorio, poi, danno vita anche a un altro distillato della tradizione, il génépy, ricavato dalla macerazione in alcol delle artemisie.

Mela renetta

Ricca di polifenoli, la mela renetta presenta una buona acidità e un colore giallo tendente al ruggine. Originaria della Francia, in Italia viene coltivata in Valle d'Aosta, Trentino e Valtellina.

 

Il vino

Una delle regioni italiane che anno dopo anno propone una serie di vini di alta qualità, sia per quanto riguarda i vertici assoluti dell'enologia italiana che per quanto riguarda il vino quotidiano. Vitigni autoctoni che danno vita a vini di grande carattere e tipicità, produttori che lavorano i loro vigneti come fossero giardini, cantine cooperative che cercano prima di tutto la qualità, tutto questo ci porta a considerare la Valle d'Aosta come uno dei luoghi più interessanti della vitivinicoltura italiana. I vitigni maggiormente utilizzati sono spesso condivisi con le regioni confinanti – francesi, svizzere e italiane – dal pinot nero allo chardonnay, dal nebbiolo alla petite arvine, ma non mancano uve autoctone degne della massima attenzione. Sempre più validi i bianchi come i profumati Pinot Grigio (che a Nus assume il nome di Malvoisie), gli aromatici Muscat, gli avvolgenti Chardonnay, le sapide Petite Arvine e i davvero eroico Blanc de Morgex et de La Salle (uva prié blanc in purezza). Per quanto riguarda i rossi, evidenziamo i freschi Torrette (a base prevalente di uva petit rouge), gli eleganti Pinot Nero e gli assemblaggi di parecchie varietà locali.

 

©Gambero Rosso

➡ Dove trovare tutti questi prodotti e assaggiare i piatti tipici della tradizione molisana? Prova i nostri ristoranti in agriturismo della Valle d'Aosta!

Caricamento in corso
Agriturismo aggiunto ai preferiti
Agriturismo rimosso dai preferiti